Videointervista di Red Ronnie a Brusamolino e Panigada
a cura della redazione
Lo scorso 15 febbraio, in occasione della prima Biennale della Creatività, presso Veronafiere, Red Ronnie ha intervistato Gianni Brusamolino, artista contemporaneo, classe 1928, di incomparabile rilievo storico e culturale, e oggi attivo e produttivo più che mai.
Non vi è dubbio che la Grande Arte è quella che si assume la responsabilità poetica di trattare le tematiche umane maggiormente profonde, mediante strumenti culturali di alto ingegno e ampio respiro.
Nel ‘900 le occasioni non sono di certo mancate, e, Brusamolino, nato a Cassano d’Adda nel 1928, fin da giovanissimo, fa propria la sfida, esprimendosi con uno stile nobile, di pittura elegante, dal quale traspare con vivida immediatezza, il profondo spessore della sua formazione culturale, e della sua poetica, sempre aderenti alla trattazione di tematiche universali.
E se Braque e Picasso (che il Nostro conobbe di persona, poiché fu Paul Ricard a scoprire il genio di Brusamolino, e, in qualità di suo mecenate, lo portò con sé in Francia per diversi anni), inventarono “le bizzarrie cubiste” così poco gradite da Matisse e Vauxcelles, Gianni Brusamolino, nell’arte cubista ha voluto e saputo aggiungere un inedito sapore archetipale, fecondandola del mathema costitutivo dell’arte classica. Si potrebbe dire una felicissima operazione di ingegneria genetica, il cui fenotipo emerge sempre con prorompente attualità, a rivelare ogni volta con nuove inventive il contenuto socio-culturale delle tematiche filosofiche da egli interpretate.
Brusalmolino, da epistemologo, oltre che artista, è quindi fondatore, nonché unico capace di produrre Cubismatica (termine composto appunto da cubismo e mathema che significa conoscenza/cultura), insomma, la sua arte: dotata della facoltà generativa di attualizzare e umanare, ispirandolsi alla potentissima carica espressiva cubista, mediante moderne e raffinatissime connotazioni stilistico-emotive.
Brusamolino, che continua la sua fervida attività a Milano, nel suo atelier-gipsoteca, da sempre cenacolo di amici intellettuali, consapevole della propria responsabilità storica, ha con essi fondato il Centro Studi che porta il suo nome, per la valorizzazione della cubismatica e dell’intramontabile Grande Arte del Novecento.
Alla Biennale di Verona Brusamolino ha portato due delle sue sculture archetipali in bronzo.
IL LUNGOSUONO
Metafora dell’origine e del perpetuarsi della vita lanciata dal vettore del susseguirsi delle generazioni.
La figura plastica viene estrapolata da un ricordo di vita famigliare: il padre dell’Artista, che, ancora bambino, è in compagnia dei fratelli raccolti intorno al desco, durante il pranzo assiste all’immagine del genitore, veterano della prima grande guerra, il quale, alzatosi in piedi, durante un racconto destinato a divenire epico nella memoria di Brusamolino, mima un soldato che imbraccia il fucile, prende la mira, e spara: Tapum!
FLUERE
Metafora della speranza germinativa nella vita nell’infanzia, realizzata per sensibilizzare verso la necessità di proteggere l’infanzia e l’adolescenza.
Scultura creata per un progetto pensato da Brusamolino, finalizzato alla realizzazione di un’opera architettonica destinata a ospitare bambini orfani. Per realizzare tale complesso architettonico, tutti i bambini che abitano lungo corsi d’acqua potrebbero “comprare” dal loro fiume una pietra attraverso una donazione, in parte mirata al recupero ambientale, in parte utile a divenire “azionisti” di una prima particolarissima casa comune dei bambini.