Galileo, Vincenzo, e la musica
Marco Bregolato
Il nome di Galileo Galilei è strettamente legato alla scienza. Anzi, è stato definito il principale iniziatore della scienza moderna. E Galileo ha anche sviluppato una teoria matematica legata alla musica iniziata dal padre Vincenzo Galilei, musicista compositore e liutista in epoca rinascimentale.
Vincenzo Galilei nacque a S. Maria del Monte, una località vicino a Pisa nel 1520 con la musica nel sangue, divenne un teorico musicale e fu molto stimato nelle Corti dei nobili di quel tempo.
Nel 1561 sposò Giulia Venturi degli Ammannati dalla quale ebbe due figli,il primogenito Galileo e il secondogenito Michelangelo. Alla passione del padre per a musica aderì subito quest’ultimo, Michelangelo, divenendo anch’esso un musicista ed un liutaio di grande pregio e accompagnandolo spesso nei suoi viaggi all’estero. Scrisse vari madrigali per liuto e altre composizioni per voce e liuto in un genere considerato anticipatore della Musica Barocca.
Vincenzo Galilei fece parte della ‘Camerata dei Bardi’, un gruppo di nobili che spesso si riuniva a discutere di arti come la musica, la letteratura e la scienza. Detta anche ‘Camerata Fiorentina’, essa prende il nome dal Conte Giovanni Bardi, una figura determinante per ciò che divenne la musica in Italia. Siamo nella seconda metà del XIV secolo e Il Conte Giovanni Bardi era un mecenate militare il quale partecipò a molte battaglie come quella contro Siena al fianco di Cosimo I De Medici, poi all’assedio di Malta contro i turchi nel 1565 e sempre contro i turchi, al fianco di Massimiliano II d’Austria, in Ungheria.
Il Conte Bardi, tuttavia, era anche un compositore musicale, un conoscitore di materie umanistiche e aveva studiato il latino e il greco. Deposte le armi, perseguì con tenacia un suo progetto: restaurare la musica e il canto dell’antica Grecia. Fondò, quindi la suddetta Camerata dei Bardi, avvalendosi, oltre che di Vincenzo Galilei divenuto suo confidente, di personaggi illustri come Giulio Caccini, Pietro Strozzi e di un’insigne studioso della musica e del teatro antico greco: Girolamo Mei.
Nel suo Palazzo Bardi, in via De Benci a Firenze, si riunivano in convivio, quindi, esponenti illustri, con lo scopo di riportare in auge la ‘tragedia greca’ con musica e canto differenti da quelli di moda in quei tempi. In questo modo nacque, con un’elaborazione dello stile recitativo e attraverso opere come la ‘Dafne’ di Jacopo Peri e ‘l’Euridice’ di Giulio Caccini,uno stile musicale chiamato ‘Recitar cantando’.
Un evento di straordinaria importanza. Un inizio tra i più propizi nella storia della musica universale che portò ai fasti della ‘Musica lirica’ italiana. Questo fu un momento storico sotto il punto di vista letterario e musicale, che insieme all’evoluzione dall’arte e dell’architettura segnò il periodo importante del Rinascimento.
Vincenzo Galilei, tra il 1570 al 1580, estese i suoi studi come teorico musicale fino a spingersi nella ‘fisica acustica’. Da molti viene ritenuto lo scopritore della legge fisica della non linearità, stabilendo la relazione esistente tra la tensione di una corda e frequenza della sua vibrazione. Esso seguì gli studi iniziati dai filosofi Pitagorici, i quali affermavano la teoria matematica che i numeri interi determinano le scale armoniche.
Pertanto, possiamo parlare quindi, di una rivoluzione musicale inserita nel contesto della ‘Rivoluzione scientifica’ così come storicamente accertata in quegli anni.
Questo legame tra padre e figlio e tra musica e scienza si rivelò straordinario. Le esperienze vissute da Vincenzo Galilei, determinarono gli studi del figlio Galileo Galilei che lo indussero al concetto che tutte le relazioni fisiche di ogni tipo possono essere definite matematicamente.
Il genio del padre, quindi, si riversò nel figlio Galileo, in particolare lo straordinario desiderio di ritrovare la matematica pura e astratta avvicinandola alla sperimentazione e alla descrizione quantitativa dei risultati.
Questo aspetto, unito all’immensa capacita di osservazione portarono Galileo ad essere uno dei massimi esponenti della storia delle scienze.
Galileo Galilei abbandona il concetto Tolemaico di una Terra al centro di tutto l’universo e durante suoi 18 anni di permanenza a Padova nel 1609 scopre, con il suo telescopio da poco più di venti ingrandimenti, che le quattro lune di Giove: (Io, Europa, Ganimede e Callisto) orbitano attorno al pianeta più grande del Sistema Solare e comprovando la validità della teoria Eliocentrica di Copernico. Li chiamò Satelliti Medicei, in onore di Cosimo II de Medici.
La Rivoluzione Copernicana contraddistingue la teoria accertata che indica il Sole quale ‘guida’ dei pianeti, con orbite intorno ad esso e rispondendo alle leggi gravitazionali fino a quel momento concepite. Galileo Galilei è quindi l’antesignano di un nuovo tipo di studio, fino ad oggi mai più abbandonato: il metodo scientifico, l’arte di porre domande alla natura e di ascoltarne le risposte.
E anche la musica, si ascolta.