Gianni Brusamolino: dal fluire della vita all’infinito cosmico
a cura della redazione
Il Duomo di Massa ribadisce il suo ruolo di fondamentale rilievo sulla scena artistica internazionale, ospitando all’interno dei suoi prestigiosi spazi l’esposizione “Gianni Brusamolino: dal fluire della vita all’infinito cosmico”, attesa personale dell’artista omonimo, la cui inaugurazione è prevista per sabato 9 giugno alle ore 18,30. L’evento, secondo capitolo del
ciclo “Tempo dell’Essere, tempo dell’esistere”, con il patrocinio del Consiglio Regionale della Regione Toscana, della Provincia di Massa Carrara e del Comune di Massa, è stato ideato da Centro Studi Milano ‘900, e da questo promosso unitamente a: Diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, Associazione Culturale San Domenichino (organizzatrice del celebre concorso letterario omonimo), Fondazione Primato, Associazione Italia Hong-Kong, Propellers’ Club The Port of Milan, Associazione Pro Torano, ContainerLab, Casa Museo Ugo Guidi.
Per tre mesi, a partire da giugno e fino a settembre, al termine dell’estate, sarà possibile visitare la mostra, che andrà articolandosi presso i suggestivi ambiti del Battistero, del Sepolcreto Cybo Malaspina (la cripta) e del Chiostro della Cattedrale apuana. Gianni Brusamolino presenterà, sul tema del “tempo”, un significativo estratto di due sue celebri poetiche, “Il Fiume” ed “Energenesi”. La prima segna, di fatto, l’iniziale e “violenta” presa di coscienza del Maestro rispetto alla categoria temporale, e si colloca cronologicamente agli albori della sua traiettoria artistica, all’inizio degli anni ’60. Energenesi, invece, ne costituisce il capitolo finale (essendo ancora work in progress), ed è incentrata su di un’analisi filosofico-scientifica legata al Bosone di Higgs, altresì conosciuto come “particella di Dio”.
Il passaggio presso il Duomo apuano segnerà l’esordio in anteprima mondiale di questo ambizioso progetto, che ha visto il Maestro impegnato in un dialogo profondo, artisticamente e psicologicamente molto faticoso, come solo lo spaesamento che si possa provare al cospetto dell’ignoto può essere in grado di indurre, con esponenti di punta della Fisica e della Filosofia contemporanea. Evocative, in tal senso, le parole dell’artista “(…) il mio attuale iter consiste nell’utilizzare il linguaggio della pittura per dare all’Higgs una materica plasticità e un’immagine in ragione di nuove consapevolezze gnoseologiche e culturali. (…) Energenesi è sinergia tra arte e scienza, e, data la complessità del tema, suggerisco di osservare l’opera nel silenzio, se possibile, evitando di porsi domande, lasciando il proprio animo acriticamente libero di fronte all’immagine misterica di Higgs”.
Parafrasando il contenuto della mostra, attraverso il medium temporale, Fiume e Bosone traducono in chiave metaforica le due rispettive categorie dell’esistenza e dell’essenza. In tal senso Alice Procopio, curatrice dell’esposizione, sostiene che “(…) il Fiume rappresenta l’esistenza, iconograficamente riconducibile alla categoria del “reale”, stato di fatto e potenziale oggetto di esperienze di tipo sensibile”. Energenesi si lega, invece, all’Essere e va configurandosi al contempo come “narrazione sostanziale” e “visione prospettica”. Essenza è infatti complesso di elementi che qualificano, differenziandolo, un dato oggetto da un altro, ma anche Possibilità d’Essere, ciò che consente a una vita potenziale di divenire vita attuale, e dunque esistenza”. Su di un solco analogo, Don Luca Franceschini afferma che “…….all’inizio della creazione il racconto biblico della genesi (2, 8ss) colloca tre elementi, ovvero l’uomo, un giardino con ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare – tra cui l’albero della vita al centro del giardino, e l’albero della conoscenza del bene e del male – e un fiume per irrigare il giardino. In quell’attimo ogni cosa inizia a germogliare e il fiume inizia a scorrere per consentire la vita. Il fiume diventa il vero protagonista nel passaggio successivo del racconto; il fiume si divide e forma quattro corsi; ciascuno dei quattro fiumi non solo scorre e irriga la terra ma la circoscrive, ne individua i confini, le caratteristiche, le ricchezze. Sembra quasi che l’acqua, scorrendo, delinei e faccia emergere, rendendolo visibile, quanto prima non esisteva.
È straordinario trasportare queste immagini sovrapponendole su quelle della narrazione delle ipotesi scientifiche del big bang, inizio dello scorrere dell’universo, dello scorrere del tempo nel quale nasce meravigliosa la vita, finché, “nella pienezza dei tempi” la Vita si rende visibile in Cristo”.
Concetti ripresi e arricchiti anche da Marco Marinacci, ideatore del progetto e storico di riferimento del Maestro, secondo cui “(…) Gianni Brusamolino, classe ‘28, nella sua lunga carriera artistica non ha mai smesso di riflettere sulla dimensione umana, ponendola in relazione al problema dell’esistenza e della propria identità ontologica. Lo ha sempre fatto in termini prettamente estetici, tanto da dare forma a un linguaggio che riconduce ai primari segnici. Il fluire della vita nasce negli anni ‘60: il Fiume, la poetica dell’esistenza. Dopo cinquant’anni la riflessione perviene al problema di dare forma all’Essere, e la risposta non può che risultare di carattere compositivo. Così due dimensioni apparentemente opposte si trovano oggi nell’opera dell’artista a condividere il suo dialogo più profondo riappropriandosi di quel nesso tra segno e luce, che solo può creare un’appartenenza sincretica all’intima natura dell’uomo”.
Mostra: “Gianni Brusamolino: dal fluire della vita all’infinito cosmico”
Artista: Gianni Brusamolino
Data: 9 giugno – 2 settembre 2018
Luogo: Duomo di Massa – Massa (MS)
Inaugurazione: Sabato 9 giugno 2018, ore 18.30
videointervista di Tempo e Arte all’Autore: