Onfray: “la Francia raccoglie ciò che ha seminato in passato”

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In merito ai fatti di Parigi, l’intellettuale francese Michel Onfray ha preso una posizione diversa da quella Occidentale, avendo osservato, mediante una circostanziata disamina dei fatti storici, che “la Francia raccoglie quest’anno ciò che ha seminato in passato” (si veda il link in fondo a questo articolo).

Caroline Fourest sulle colonne dell’Huffington Post ipotizza che Onfray sia subdolo o vittima della sindrome di Stoccolma. Da parte nostra, pensiamo di non essere sufficientemente esperti di storia contemporanea per entrare nel merito delle ragioni di Onfray (che, in ogni caso, pensiamo vadano valutate attentamente e non liquidate sommariamente come fa la Fourest). Anzi, se proprio dobbiamo lamentarci degli intellettuali che vengono in genere intervistati e ascoltati in certe occasioni, possiamo osservare che ci sono anche altri argomenti sui quali essi si sarebbero dovuti esprimere già a gennaio, o magari prima, al fine di evitare ulteriori provocazioni nei confronti dell’Islam e conseguenti reazioni violente. Ovvero avrebbero dovuto farsi sentire in tutte quelle occasioni in cui diversi caricaturisti avevano ricevuto avvertimenti per aver disegnato e contro ogni buonsenso pubblicato immagini blasfeme.

Infatti non è certo una novità per la filosofia, la psicologia, e l’antropologia culturale (discipline che in Occidente non mancano certo di ottimi specialisti), che gli archetipi, e soprattutto quelli religiosi, siano i costituenti alla base di ogni cultura umana, tanto da esprimerne l’identità con la massima forza possibile e ineludibile: quella di una sorta di imprinting. Non a caso si usa abitualmente l’espressione “essere figlio di una data cultura”.

Per cui l’ironia che riguarda i simboli culturali e religiosi che sono strettamente connessi agli archetipi viene considerata quantomeno di pessimo gusto, in alcuni casi offensiva, e in altri può rivelarsi esercizio di violenza.

Allora, se qualcuno che sciaguratamente non ha sufficienti nozioni, tanto da non avere nemmeno la consapevolezza delle possibili conseguenze delle sue azioni nell’esercizio del proprio mestiere, causa reazioni forti, sarebbe bene che in quel momento gli intellettuali si facessero avanti, a spiegare, per esempio che la correttezza nei confronti degli altri, tanto più quella dovuta al rispetto di un’intera cultura umana, non rappresenta certo un limite alla libertà di espressione, ma semplicemente la contiene appunto all’interno della correttezza e del rispetto.

Sicuramente esistono oggi anche ragioni storiche di grande portata a causare la reciproca incomprensione tra cultura occidentale e Islam, ma qualche considerazione di carattere filosofico più attenta, che avrebbe dovuto esser d’obbligo nel momento in cui ci si confronta con una cultura la cui arte è aniconica, siamo certi che diverse vite umane avrebbe potuto risparmiarle da entrambe le parti.

Infatti, se le parole sono pietre (e lo sono anche perché richiamano immagini alla mente), siamo convinti che anche, e ancor più i disegni, possano esserlo.

L’Ordine dei giornalisti in Italia ha un proprio codice deontologico, che prevede la tutela della dignità delle persone. Nuovamente, a maggior ragione si dovrà rispettare la dignità di un’intera cultura, e sembra quasi assurdo doverlo rimarcare, tanto la cosa dovrebbe essere ovvia di per sé.

Se in Francia si è equivocato gravemente e ripetutamente, e tuttora si insista nell’errore (anche se vogliamo credere che ciò avvenga inconsapevolmente), in fatto di libertà di espressione tramite immagini (per quanto anche in Italia nessuno fino a questo momento abbia osservato nulla in proposito di tale equivoco, come invece si fa in questo articolo), per lo meno, nel nostro Paese autorevoli colleghi di Maurizio Belpietro (direttore di Libero, che nei confronti di un’intera cultura si è reso colpevole di gravi ed esplicite ingiurie) ne hanno chiesto la radiazione dall’albo dei giornalisti.

Sorprende invece che autorevoli filosofi, sabato scorso a Umbrialibri, invece di prodigarsi in un inconcludente mea culpa della cultura occidentale, non abbiano pensato di parlare della necessità del reciproco rispetto tra culture a partire da quello per gli archetipi…

17-11-2015

http://www.france24.com/fr/20151117-michel-onfray-coqueluche-organisation-etat-islamique-france-belliciste